"Il mio è un lavoro intenso sul colore, ma trasversale tra pittura, scultura e architettura."

OPERE

Per Mustica - e sin dalle prime opere, le esperienze figurative degli anni dell’apprendistato, una figurazione sostanzialmente e drammaticamente espressiva, sino all'approdo in un'area decisamente astratto-informale - il rapporto con la propria terra è stato epidermico. E dettato cioè dal recupero di minime sensazioni, di "arie” che attivano i ricordi, come segni invisibili lasciati dal tempo, come il blu reso luminoso dal vento fresco di tramontana che spira sui lidi della costa ionica.

"Il mio intento è sempre stato quello di riflettere sulle possibili varianti formali che la tecnologia può permettere all’emozione espressa nella magia dell’azione pittorica: ne consegue la costruzione di dimensioni plastico/pittoriche prodotte con l’aiuto della tecnologia ma concepite dalla pittura in un gioco continuo tra dimensioni spaziali e temporali differenti. Il mio interesse dal ’94 a oggi è orientato sulla ricerca di possibili nuove varianti dello spazio pittorico inteso come Spirito del Tempo."

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"Mi affascina vivere ogni giorno la pittura in maniera diversa: spaziare, rompere e ricostruire la pelle pittorica, essere pronto a ridiscutere tutto."

ARCHIVIO

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ATELIER
1988-2018

Alla fine degli anni ottanta Mustica sceglie di trasferirsi: da Catania a Milano, dove prende lo studio in corso di Porta Ticinese 38, in zona Colonne di San Lorenzo; poi in Via Giovenale 7.

Lo studio, nel corso del tempo, sarà ampliato, sarà vissuto e frequentato quotidianamente, non soltanto dall’artista che lì lavora e lì vive, bensì anche da assistenti, amici, artisti, studenti, critici. Si trova all’interno di un cortile della cosiddetta “Vecchia Milano”, in quello che nel 1500 era un convento, poi officina, falegnameria e spazio per fusioni in bronzo.

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